“La mia Libertas Nuoto Rivoli”: parla il presidente

Dinamica, essenziale, in perenne equilibrio tra il cuore e la ragione, fervida seguace dell’antico detto secondo cui “nel disordine c’è il mio ordine”. Questo e molto altro ancora è Enrica Lanza,

vulcanico presidente della Libertas Nuoto Rivoli, la società che lo scorso autunno ha festeggiato i 25 anni di gestione della piscina Bonadies, incarnando alla perfezione le caratteristiche peculiari del suo massimo dirigente: pochi fronzoli e molta sostanza. Anche per questo, convincerla a sedersi a un tavolino per fare, non dico un’intervista, ma anche solo un punto della situazione, è un’impresa a suo modo titanica. Ma se e quando ci riesci, a quel punto devi essere tu a cambiar ritmo, perché altrimenti non puoi star dietro a quel fiume di parole che all’improvviso sgorga dalle sue labbra e travolge idealmente ogni ostacolo. A dire il vero qualche secondo ce l’hai, il tempo che lei estragga dalla sua inseparabile borsa-contenitore il foglietto su cui ha frettolosamente preso qualche appunto, poi il rubinetto dialettico si scatena.

 

IL PASSATO – “Guardare indietro ci fa sentire vecchi, ma a volte è necessario e doveroso. E nel farlo, mi accorgo di quanto lavoro c’è stato. In epoche pure difficili, quando a cambiare non era solo il sistema sportivo ma anche e soprattutto quello politico, con l’esigenza da parte di tutti, enti promozionali compresi, di rivisitare ampiamente il proprio ruolo nel panorama sociale civile del nostro Paese. Anni in cui sono stati necessari investimenti magari dolorosi per il portafoglio ma indispensabili per la crescita della società e della sua attività e comunque aiutati dalla vicinanza delle autorità cittadine in quel momento incaricate di interagire con noi. Un passato di cui ora siamo giustamente orgogliosi ma che non ha senso relegare unicamente nell’album dei ricordi, perché la sua utilità è tuttora sotto gli occhi di tutti, a cominciare dalle opere di manutenzione e aggiornamento effettuate in questi anni all’interno dell’impianto”.

 

IL PRESENTE – “Ma vivere solo di ricordi, si sa, è un esercizio fine a se stesso e non porta lontano. Noi invece dei ricordi vogliamo conservare gli insegnamenti, ma non rimanere anche solo inconsapevolmente imprigionati in essi. Per questo confermiamo le attività e i corsi che si rivelano vincenti, ma cerchiamo di essere costantemente attenti ai nuovi messaggi che la clientela ci manda, ampliando e diversificando sempre di più la nostra piattaforma didattica, dall’acquagym alla ginnastica pre-parto, giusto per citare due delle realtà emergenti, in modo da far sì che venire in piscina non sia più una prerogativa di chi vuol nuotare e basta ma diventi una piacevole scelta anche da parte di quell’utenza attratta da proposte nuove e in linea con l’evolversi del tempi. Ma non necessariamente per rincorrere la moda del momento, piuttosto per allargare il più possibile il concetto di pratica natatoria e di conseguenza la sua applicazione. Trova in questo contesto piena collocazione anche l’attività a favore dei disabili, un campo di cui la Libertas Nuoto Rivoli, affidandosi a un esperto del settore come Marco Fiori, ha sostanzialmente fatto il suo fiore all’occhiello, dalla pratica assolutamente d base a quella più specificamente tecnica per non dire agonistica”.

 

IL FUTURO - “Squadra che vince, si suol dire, non si cambia. Quindi visto che, senza nessuna falsa modestia, ci sentiamo di dire e pensare che nel nostro piccolo stiamo facendo un buon lavoro, i progetti futuri non comprendono particolari mutamenti e tanto meno stravolgimenti. C’è la volontà di proseguire nel solco tracciato, senza ovviamente rimanere sordi di fronte a quelle urgenze di novità che la realtà quotidiana ci propone. Insomma, il classico rinnovamento nel rispetto della tradizione, che può sembrare una frase fatta ma che invece, se ben interpretato e veicolato, è sempre un percorso intelligente. Questo non significa fare gli struzzi e ignorare un contesto economico-sociale complesso e delicato, nel quale investire a volte diventa un azzardo e crescere una scommessa perdendo la quale si rischia di fare passi indietro, altro che avanti! Proveremo quindi a muoverci con tutta la prudenza necessaria, ma non per questo rinunceremo a farlo, confidando in quel sostegno delle strutture politiche e amministrative che, non mi stanco di ripeterlo, è per noi sovente stato un salvagente prezioso e apprezzato”.

 

L’AGONISMO – “Un discorso a parte lo merita l’attività agonistica, forse il settore nel quale i tempi sono maggiormente cambiati e non solo per la Libertas. Non è più l’epoca, è inutile nasconderselo, in cui un ente promozionale può pensare di avere e soprattutto gestire in tutta tranquillità una squadra di vertice, che richiede spese ma anche un’impostazione dell’attività quotidiana sempre meno conciliabili con le esigenze di un impianto deputato principalmente ai corsi e al nuoto libero. Ciò non vuol dire rinunciare all’agonismo, semplicemente richiede una nuova interpretazione dello stesso, nell’ambito della quale la ricerca del fuoriclasse non viene ovviamente azzerata ma diventa quasi un corollario e comunque un fattore secondario rispetto alla pratica di base. In quest’ottica va inquadrata la nostra squadra di nuoto per salvamento, guidata con passione da Mattia Calabrese, che pur senza puntare all’agonismo esasperato riesce ugualmente a togliersi le sue soddisfazioni”. E a riprova di quanto dichiarato dal presidente, arrivano i risultati di uno degli appuntamenti-cardine del 2018 natatorio, i campionati italiani estivi di categoria svoltisi a metà luglio a Roma, ai quali la Libertas Nuoto Rivoli è riuscita a presentare 4 suoi atleti: Edoardo Esposito, che in questa occasione ha realizzato anche il tempo limite necessario per partecipare ai campionati italiani assoluti, Nicolò Muccione, autentica rivelazione nella categoria ragazzi, Viola Sabbi e Mariangela Scibetta. Un poker di stelle capace di migliorare nella circostanza i primati personali e di sfoderare prestazioni non ancora da podio ma ormai molto più vicine alle posizioni di vertice che non a quelle di secondo piano. Il tutto senza fretta ma anche senza precludersi nessun traguardo, in sintonia con quella politica dei piccoli passi che sovente porta lontano.

“Adesso devo andare”, dice a questo punto Enrica con un tono al tempo stesso gentile ma perentorio. Il tempo delle parole, per una regina del pragmatismo, è durato fin troppo. C’è tanto da fare e programmare, in sintonia con la saggia filosofia esistenziale dei nostri vecchi, che fossero contadini o direttori d’azienda, secondo cui ogni risultato non era un punto d’arrivo ma un trampolino di lancio verso traguardi ancora maggiori. Così il presidente-vulcano ha costruito il suo piccolo gioiello e così vuole consegnarlo, a tempo debito, a chi lo erediterà.